Ciliegia della Val d’Alpone è un prodotto agroalimentare tradizionale italiano (P.A.T.) della Regione Veneto tipico della provincia di Verona
Categoria
Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati.
Nome del prodotto, compresi sinonimi e termini dialettali
Ciliegia della Val d’Alpone
Territorio interessato alla produzione
Val d’Alpone, che comprende i comuni di: Monteforte d’Alpone, Roncà, Soave, Montecchia di Crosara, San
Giovanni Ilarione, Vestenanova.
Descrizione sintetica del prodotto
La ciliegia della Val d’Alpone appartiene alla specie Prunus avium. Ha forma rotondeggiante, di pezzatura
medio-grossa e colore rosso brillante, mediamente resistente alle spaccature da pioggia. Il sapore è ottimo,
caratterizzato da una particolare consistenza e croccantezza. La resistenza alle manipolazioni risulta molto
elevata.
La particolarità del nostro prodotto è determinato dalla tipologia del terreno basaltico i cui sali favoriscono
maggior durezza e qualità organolettiche.
Le cultivar coltivate più diffuse sono: Mora di Cazzano o Mora di Verona, Mora dalla punta, Moreau, Burlat,
Adriana, Giorgia, Ferrovia, Van, Lapins e la Sweet Heart.
Descrizione delle metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura
Vi sono nette distinzioni dei processi produttivi considerando che la ciliegia potrà seguire una vendita come
prodotto fresco o trasformato (marmellata). Può dunque avvenire tramite un processo industriale che mira alla
stabilizzazione del prodotto attraverso: rimozione del picciolo, estrazione del nocciolo e macerazione della
polpa affinché si possa ottenere un’uniformità di sapore e consistenza. Ovvero attraverso il solo
confezionamento del prodotto fresco che viene effettuato presso le aziende agricole autorizzate o commerciali
con una conservazione del prodotto che non supera le 2 settimane attraverso impianti di refrigerazione.
Indicare materiali ed attrezzature specifiche utilizzati per la preparazione e il condizionamento del
prodotto
Il prodotto viene confezionato conforme le richieste di mercato, comunemente si utilizzano cassette di
plastica, cartone, legno e in manifestazioni particolari in ceste di vimini.
Descrizione dei locali di lavorazione, conservazione e stagionatura
I locali dedicati alla lavorazione del prodotto sono strutture sia agricole che commerciali autorizzate secondo
le normative vigenti.
Indicare gli elementi che comprovino che le metodiche siano state praticate in maniera omogenea e
secondo regole tradizionali per un periodo non inferiore ai 25 anni
La cerasicoltura nella Val d’Alpone si sviluppa nei comprensori comunali di Monteforte d’Alpone,
Montecchia di Crosara, Roncà, San Giovanni Ilarione, Soave, Vestenanova, la tradizione è antica,
probabilmente risale I e II secolo d.C.
In quest’area si coltivavano piante appartenenti sia alla specie “Prunus avium”, con produzioni di ciliegie a
polpa tenera, tenerine, e a polpa dura, duracine, e sia alla specie “Prunus cerasus”, con marasche e amarene.
Il frutto del ciliegio, che normalmente è sferico, nella val d’Alpone assumeva anche la forma a cuore o di
sfera leggermente allungata e il colore, normalmente rosso, variava, seconda della varietà, dal giallo chiaro al
rosso quasi nero del Durone nero di Montecchia. Anche la polpa assume colorazione e consistenza diverse a
seconda della varietà e passa dal bianco al rosso nerastro nel primo caso e dal tenero al croccante nel secondo
caso.
Più recentemente a partire dall’inizio del XIX secolo il Regio Prefetto conte Luigi Sormano Moretti, nella sua
“Monografia della provincia di Verona” fornisce notizie dettagliate sulle varietà coltivate: “Frutta.- […] Di
ciliegi ve n’ha buona quantità specialmente quelli a frutto rosso cupo e le varietà più conosciute distinguosi,
giusto l’ordine di loro maturazione qui in: …more piccole o pegolotte; more o pertegaize”.…” Circa alcune
tecniche di coltivazione, annota che “…usansi qui innestare talvolta sul pruno Mahaleb di Linneo, detto in
vernacolo sbolzafrin, dal cui legno suolsi fare canne da pipa. Si moltiplica il ciliegio per semi e per pianticelle
educate in vivai o nate casualmente e l’innesto, che è sempre necessario, qui si fa poi preferibilmente a gemma o
a corona”.
La coltivazione del ciliegio era tuttavia attuata soprattutto per il consumo locale, con piante sparse nei broli
familiari o demandata a segnare i “termini” (confini) fra proprietà.
La prima vera diffusione del ciliegio, nell’area collinare veronese, si attua dopo la prima Guerra mondiale e
ancor più dopo la seconda Guerra mondiale.
Tra la fine degli anni ‘30’ e gli inizi degli ‘40’, si attivano poi i primi mercati locali cerasicoli.
Le prime piantagioni specializzate di ciliegio si realizzano negli anni ‘40’ e le prime descrizioni sulle varietà
impiegate sono quindi del Candioli (1940), che cita tra le precoci Antieste, Este, Caccianese, Moretta, Durona
Precoce di Verona, e tra le medie Mora di Cazzano, Durona di Modena e Vicentina. Nel secondo dopoguerra
l’espansione della cerasicoltura è stata continua soprattutto nei comuni di collina dove “il ciliegio costituisce
l’unico reddito per i piccoli agricoltori …. e l’unica possibilità produttiva inoltre per terreni in pendio e scarsamente
fertili” (Lupetti 1953).
Un’intensa attività di assistenza tecnica è quindi svolta dell’Istituto Sperimentale di Frutticoltura della Provincia di
Verona sorto poi nel 1955, che si è distinto anche per la notevole attività di miglioramento genetico.
Agli inizi degli anni sessanta si ottengono inoltre picchi produttivi superiori alle 20.000 tonnellate, il doppio del
decennio precedente, che fanno della nostra provincia uno dei principali poli cerasicoli italiani.
A Cazzano di Tramigna, nella prima settimana di giugno, si inoltre tiene da oltre sessant’anni un’importante Mostra
provinciale delle ciliegie, dove la ciliegia locale “mora di Cazzano”, rappresenta quindi la principale attrazione.
Comuni che hanno promosso mercati alla produzione, l’ultimo attivo a Montecchia di Crosara che supera ad
oggi gli 80 anni di storia e si mantiene allora competitivo sul mercato grazie alla dedizione e tradizione delle
aziende agricole locali che mantengono così alta la qualità del prodotto rapportandolo ad una nicchia mercantile.
Il Mercato Cerasicolo di Montecchia di Crosara è infatti l’indiscusso punto di riferimento e di confronto per tutti
produttori della vallata.
La ciliegia della Val d’Alpone appartiene alla specie Prunus avium. Ha forma rotondeggiante, di pezzatura
medio-grossa e colore rosso brillante, mediamente resistente alle spaccature da pioggia. Il sapore è ottimo,
caratterizzato da una particolare consistenza e croccantezza. La resistenza alle manipolazioni risulta molto
elevata.